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IL TRECENTO
Nel XIV secolo, comincia il passaggio tra le pitture figurative medievali ed i metodi di rappresentazione prospettica. Lo stile bizantino si evolve in uno in cui i dipinti interpretano la realtà.
Si amplia anche la varietà dei temi che vengono trattati, non più solo soggetti sacri, ma anche inerenti la vita mondana. A partire da questo secolo, i pittori cominciarono ad emanciparsi, esprimendo le proprie idee attraverso le opere.
Le nuove situazioni socio economiche portarono a conoscere nuovi mondi, le relazioni commerciali favorirono la circolazione dei beni, favorendo l’ampliamento generale degli orizzonti umani.
Aumentando in maniera importante la considerazione per il mondo terreno, in pittura, comincia a delinearsi una tendenza al realismo, che trova in Giotto il suo più illustre esponente.
Con Giotto, cominciano a dipingersi uomini e donne veri, con i loro sentimenti, le loro speranze e la loro umanità, espressi con la tridimensionalità ed il pieno volume.
In precedenza il dipinto veniva realizzato con una prospettiva gerarchica, in cui maggiore era il livello di importanza della figura rappresentata, più grandi erano le sue dimensioni. Con Giotto, uomo, spazio e paesaggio hanno lo stessa rilevanza nella composizione. Vasari lo definì come il padre della pittura, perché, con queste sue innovazioni, egli guidò ed influenzò tutte le successive generazioni di artisti.