L’arte della maiolica comincia a svilupparsi piano piano, in tutto il territorio nazionale.
In Liguria si diffonde il tono monocromatico del blu cobalto, come imitazione delle porcellane cinesi, dei manufatti olandesi ed inglesi. La centralità del porto di Genova, nel Bacino del Mediterraneo, genera un vero e proprio crocevia tra culture differenti, influenzando lo stile dei manufatti liguri e delle opere d’arte in generale. Non solo Europa e possedimenti spagnoli, ma anche Oriente, con le porcellane provenienti da Cina e Giappone.
Avremo quindi un mix di boccali, vasi , stoviglie di ispirazione orientale ed altri manufatti, creati con la tecnica dell’istoriato compendiario, con raffigurati soggetti nell’ambito della caccia, delle battaglie o più genericamente dei paesaggi. I centri di maggior sviluppo all’interno della Regione sono sicuramente Savona ed Albissola.
In Lombardia, i centri di maggiora produzione sono Lodi, Pavia e Milano. Ma è soprattutto Pavia quella più sviluppata; già a partire dal XV secolo si diffondono varie botteghe specializzate nella lavorazione della terracotta, con la tecnica dell’invetriatura e della graffiatura.
In Veneto è soprattutto l’area padovana ad essere più fiorente, con dei tentativi di imitazione cinese, e la produzione di candiane (ceramiche di ispirazione mediorientale).
In questo secolo, a Faenza, la produzione è caratterizzata dalla smaltatura bianca. Le forme diventano mano mano più elaborate, celebre diviene la produzione di targhe devozionali, con soggetti religiosi.
In Toscana, a Montelupo, vengono abbandonati i modelli rinascimentali e cominciano a trovarsi piatti, con disegnate grosse figure in varie tinte. Il colore di fondo è il giallo e le figure molto semplici.