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Di seguito alcuni accenni relativi alle maschere giapponesi.
La maschera giapponese ha una sua valenza fondamentale, sia che venga utilizzata nelle cerimonie, sia che venga utilizzata come forma di vario intrattenimento.
Le antiche maschere giapponese fanno parte del Teatro di Nō. Esse erano dipinte di bianco, con le labbra rosso acceso. Il Teatro di Nō ebbe origine in Giappone nel XIV secolo: le sue rappresentazioni caratteristiche erano cantate, a bassi ritmi di danza, da personaggi che indossavano questa tipologia di maschere. Si tratta della messa in scena di componimenti poetici, con danza e balli da parte di attori e con l’accompagnamento di strumenti a fiato o a percussione; in particolare vengono ricoperti quattro ruoli principali: shite (primo attore), waki (comprimario), kyogen (attore secondario), hayashi (musicisti). A questi si affiancano alcuni ruoli secondari quali Jiutai (coro) e koken (attori di scena). Le rappresentazioni riguardavano solitamente divinità, guerre, storie di demoni e di donne.
Le rappresentazioni del Teatro di Nō sono di solito precedute da un atto di venerazione verso la maschera, per far si che l’attore ne possa incarnare tutto lo spirito e si possa immedesimare in essa.
La maschera indossata dallo shite di solito è fatta in legno di cipresso, è colorata ed ha sicuramente un valore pregiato.
Di maschere dell’antico Teatro di Nō se ne conoscono almeno duecento; tra queste ricordiamo Okina (uomo anziano e venerabile), Jō (divinità dall’aspetto anziano), Okame (la principessa del Mirto); ma la più famosa è senza dubbio Oni che rappresenta un demone della tradizione buddista.
I colori sono accesi e variano dal blu, al rosso, al verde; hanno lunghe corna, sopracciglie cespugliose, terribili bocche, denti aguzzi e lunghi capelli.
La maschera Hannya raffigura invece il demone donna.
Okame rappresenta un’altra entità donna che distribuisce fortuna, infine i Tengu che sono mezzi uccelli e mezzi uomini con un lungo naso a becco.
In assoluto le maschere più antiche sono le Gikoku, provenienti dalla Corea e risalenti al VI secolo. Erano realizzate in argilla e poi in legno, decorate con capelli veri; erano impiegate nelle cerimonie che prevedevano delle danze. Nelle processioni tibetane venivano invece utilizzate le maschere Bugaku che raffiguravano demoni.
Maschere meno note erano la Gyōdō (periodo Henan) utilizzate nelle inaugurazione dei tempi buddisti e la Tsuina (periodo Kamakura) utilizzate durante il capodanno per scacciare i demoni nei riti esorcisti.