Nel XVII secolo gli scrittoi sono così strutturati: partendo dall’evoluzione della scrivania San Filippo, essi hanno un piano di limitate dimensioni per la scrittura, ma sono spesso forniti di un cassetto abbattan e di un alzata sul piano, con più cassetti.
Le tecniche ed i materiali che vengono solitamente utilizzati sono la lastronatura di legno, la radica, essenze di legni diversificati, intarsi di tartaruga e profili bronzei.
Nel secolo successivo cominciano a comparire le prime decorazioni, ed i supporti per le candele, indispensabili per la scrittura. In questo periodo, fa la sua comparsa il bonheur du jour, ancora più ricco e sfarzoso, usato solitamente dalle signore aristocratiche per la stesura dei loro diari e delle lettere. Compaiono intarsi con decori floreali, lastronature, intarsi in bronzo o placche in porcellana o madreperla (basti pensare alle opere di Pietro Piffetti).
Durante il periodo neoclassico, le curve del rococò vengono squadrate, ma rimane sempre diffusa la tendenza ad un decoro ad effetto.
Nell’Epoca Impero, nonostante la preponderanza della scrivania, si segnalano scrittoi di grandi dimensioni, con calatoia a rullo.
Con l’avvento di Napoleone III, ritornano in auge le marqueterie ricche, gli intarsi e le decorazioni in bronzo.