Mensa Delphica era il nome del tavolo a Roma; si trattava di una struttura rettangolare con tre pezzi supportati da una gamba centrale. In Egitto a Babilonia, invece, sempre con struttura rettangolare erano previste quattro gambe, che si incrociavano.
Nel 1300 il tavolo era ancora smontabile, era posto su tre sostegni ed a volte era ricoperto da teli o tappeti.
La vera nascita del tavolo avviene in convento, precisamente nei refettori, dove venne inventato il tavolo fisso, denominato fratino; poggiato su due gambe, sorrette da una traversa.
Durante il Rinascimento, la situazione comincia ad evolvere; il tavolo, pur avendo zampe fisse, subisce le prime evoluzioni; cominciano quindi a notarsi gambe scolpite, pur nella semplicità di un mobile prettamente funzionale.
Il materiale più utilizzato è spesso legno di quercia, anche se in seguito all’avvento di mode francesi ed inglesi, cominciano a comparire ebano e legni esotici. E compaiono soprattutto nuove forme di decorazione.
Tra il XVII e XVIII secolo, inizia ad essere utilizzata la colla e tendono a sparire chiodi ed incastri.
Si utilizzano anche pietre dure e materiali preziosi, soprattutto marmo e cuoio per le superfici, e bronzo per gli intarsi.
Dal tavolo così pensato, si passerà agli scrittoi per le dame nobili ed ai tavolini da salotto nel XX secolo.
In epoca Rococò, seguendo i gusti di moda, i tavoli diventano sfarzosi.
Lucidatura e raffinati intagli saranno i caratteri distintivi di questo periodo.
In Italia prende piede lo stile veneziano ed il mobile laccato, mentre Oltremanica compare lo stile Chippendale.
Da segnalare in epoca Neoclassica, a Firenze, la comparsa di una pasta di marmo detto “scagliola” che ricopriva i tavoli.